giovedì 6 ottobre 2011

Registro di consegna del latte bovino, nuovi obblighi dal 1° novembre.

 


Registro di consegna del latte bovino, nuovi obblighi dal 1° novembre.
 

Dal prossimo 1° novembre scatta l’obbligo per i produttori di latte bovino di indicare sul registro di consegna del latte  le date dei prelievi, il nome, il cognome, il ruolo e la firma del soggetto che effettua i prelievi.
Lo prevede un Decreto del Mipaaf, del 19 aprile 2011 “Modifiche al D.M. 31 luglio 2003 recante modalità di attuazione della legge n.30 maggio 2003, n.119, concernente il prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari”, pubblicato sulla Gazzetta n. 153 del 4/07/2011.

lunedì 19 settembre 2011

Curriculum Vitae



Emiliano Niro è nato a Torremaggiore (Fg) il 26 maggio del 1979 e risiede a San Severo (Fg).
Dopo aver frequentato l’Istituto Tecnico Agrario Statale M.Di Sangro di San Severo si diploma. Successivamente si abilita all’esercizio della libera professione di Perito Agrario dopo aver effettuato e superato il  relativo esame di Stato presso l’Istituto Tecnico Agrario di Locorotondo.
Si iscrive alla Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Foggia, dove consegue la Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari del vecchio ordinamento con il massimo del punteggio. Nel 2008 si abilita alla Libera Professione di Tecnologo Alimentare superando l’esame di Stato.
Dal 2000 al 2002 ha svolto il suo praticantato presso lo studio tecnico agronomico del Prof. Dott. Mario Vaccarella svolgendo assistenza alla compilazione delle dichiarazioni delle superfici vitate, attraverso la lettura informatica di apposito Gis e la compilazione informatizzata su modello AGEA delle dichiarazioni.
Ha fornito assistenza tecnica per le aziende che svolgono attività di agricoltura ecocompatibile e cereari-fritticola; è stato addetto ai controlli Agea relativi all’aggiornamento dello schedario olivicolo e viticolo attraverso lavori di fotoiterpretazione e rilievi in campo.
Dal 13/04/2002 al 01/03/2007 è stato assunto dalla società Agridata s.r.l. come impiegato tecnico per l’aggiornamento dello schedario Agea effettuando la fotointerpretazione ed i relativi rilievi in campo. Nell’anno 2006 è stato nominato capogruppo dei tecnici e responsabile della qualità e sovrapposizione delle colture per i rilievi in campo.
Nello stesso anno ha la nomina dall’Ispettorato Agrario prov. di Bari come responsabile tecnico per i controlli in campo per le aziende agricole che attuano le colture biologiche.
Nella stagione 2008 viene assunto come impiegato tecnico stagionale della ditta Petti (C.G.A.) di Poggio Imperiale come addetto al controllo qualità del prodotto semilavorato e finito del triplo concentrato di pomodoro prodotto in fusti ed in asettico. Nel settembre 2009 ha l’incarico di Tecnico Esterno della più grande federazione italiana per l’assistenza agro-alimentare, la Coldiretti e negli anni successivi 2010 e 2011 viene riconfermato e rinnovato l’incarico.
In questi anni effettua ed amplia la sua esperienza occupandosi di progetti codificati da fondi europei (Psr Puglia), Psn e psl del Gal Daunia Rurale.
Dal 2006 ad oggi pubblica e scrive su riviste locali e giovani magazine.
Nel settembre 2010 viene nominato coordinatore del 6°censimento dell’ agricoltura.
Dalla metà del 2008 fino ad oggi, svolge ininterrottamente l’attività di Consulente Tecnologo Alimentare occupandosi di haccp, formazione sanitaria,d.i.a sanitaria,assistenza tecnica agricoltori,ecc.

giovedì 28 luglio 2011

Programma di SVILUPPO RURALE della Regione Puglia 2007/2013.


Programma di SVILUPPO RURALE della Regione Puglia 2007/2013.

Asse III- Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale.
Misura 313. Incentivazione di attività turistiche: Azioni quattro e cinque.

Bando pubblico.

Fino al 15 settembre 2011 sarà possibile presentare le domande relative ai bandi con la misura 313.
L’azione quattro riguarda gli investimenti per la commercializzazione e la promozione dell’offerta di turismo rurale;l’azione cinque riguarda gli investimenti per la creazione di strutture di piccola ricettività.

Cosa prevedono le due azioni?

L’Azione 4- Tale incentivo prevede l’ acquisto di arredi e attrezzature,comprese quelle informatiche,per l’organizzazione di spazi destinati alla divulgazione ed esposizione e le spese di natura immateriale per le attività di consulenze specialistiche,progettazione e realizzazione di strumenti espositivi e divulgativi,ideazione e realizzazione di allestimenti,spese per l’ esposizione,l’illustrazione e la divulgazione,ideazione,produzione,stampa e diffusione di materiali informativi e divulgativi (opuscoli,brochure,manifesti).

L’Azione 5- Tale incentivo prevede la riqualificazione e l’ adeguamento di immobili,nonché l’ acquisto di arredi e di attrezzature per lo svolgimento di attività ricettive di piccole dimensioni non classificate come strutture alberghiere e organizzate in forme innovative di ospitalità.

Le strutture ammesse a finanziamento devono avere caratteristiche compatibili con le specificità edilizie/architettoniche del patrimonio edilizio storico dei comprensori rurali interessati.
Ammesse a finanziamento sono le strutture di piccola dimensione non classificate come strutture alberghiere,di cui alla Legge Regionale n. 11 del 11 febbraio 1999,di cui agli artt.41 e 46.

Qual è l’obbiettivo e la finalità del citato bando?

L’obiettivo e la finalità del bando è quello di migliorare la qualità e quantità dei servizi turistici rurali e promuovere sistemi di rete di supporto finalizzati ad ottenere una maggiore attrattività dell’ ambiente rurale.

Qual è la localizzazione degli interventi?

Gli interventi devono ricadere nei vari comuni:Apricena,Chieuti,Lesina, Poggio Imperiale, San Paolo di Civitate, San Severo,Serracapriola e Torremaggiore.

Chi sono i soggetti beneficiari?

I soggetti beneficiari del presente bando sono soggetti privati organizzati in impresa individuale o collettiva.

Il citato bando precisa che:

-         sono escluse le spese sostenute per l’ acquisto di minuterie varie( piatti, posateria, tovaglie, lenzuola,ecc., quali beni non inventariabili);
l’ acquisto dei beni deve essere sempre comprovato da fatture o da altri documenti aventi forza probante equivalente.
-         l’ IVA non recuperabile è ammissibile se realmente e definitivamente sostenuta da beneficiari diversi dai soggetti non passivi di cui all’art 4 par. 5,comma 1 della VI Direttiva 77/388/CEE del Consiglio del 17 Maggio 1977 in materia di armonizzazione delle legislazioni degli Stati Membri relative alle imposte sulla cifra di affari-sistema comune di imposta sul valore aggiunto:base imponibile uniforme;
-         la natura e la qualità del bene devono essere sempre specificate e,in funzione della tipologia del bene, deve essere indicato il numero seriale o di matricola;
-         nel caso di acquisizione di beni altamente specializzati per i quali non sia possibile reperire o utilizzare più fornitori, il beneficiario può presentare un unico preventivo con allegata relazione tecnica giustificativa,redatta da un tecnico qualificato,nella quale si attesti l’impossibilità di individuare altre ditte concorrenti in grado di fornire i beni oggetto del finanziamento.

Non sono ammissibili agli aiuti di cui al precedente bando:

a)      gli investimenti di mera sostituzione;
b)      l’ acquisto di beni e di materiale usato;
c)      gli interessi debitori e gli altri oneri meramente finanziari;
d)      gli interventi realizzati e/o i beni acquistati in data antecedente alla presentazione della domanda di aiuto.

A quanto ammonta l’intervento dell’ aiuto?

- per l’azione 4, pari ad euro 40.000,00;
- per l’ azione 5, pari ad euro 200.000,00.

E’ importante che il beneficiario si impegni a non alienare e a mantenere la destinazione d’uso dei beni oggetto di aiuto per almeno cinque anni a partire dalla data di accertamento finale di regolare esecuzione.
Per non alienabilità e mantenimento della destinazione d’uso dei beni oggetto di aiuto si intende l’ obbligo da parte del beneficiario degli aiuti a non cedere a terzi la proprietà, né a distogliere gli stessi dall’uso previsto.

Per la Misura 313 e per l’implementazione delle relative domande:

Dott. Emiliano Niro

Mobile: 340.4160098

E-mail:Infoemilianoniro@libero.it.




mercoledì 27 luglio 2011

Programma di SVILUPPO RURALE della Regione Puglia 2007/2013.


Programma di SVILUPPO RURALE della Regione Puglia 2007/2013.
Asse III- Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale.
Misura 311. Diversificazione in attività non agricole: Azioni due e tre.

Bando pubblico.

Fino al 15 settembre 2011 sarà possibile presentare le domande relative ai bandi con la misura 311.
L’azione due riguarda gli investimenti funzionali per la fornitura di servizi educativi e didattici alla popolazione, con particolare riferimento a quella scolare e studentesca e in sinergia con il sistema nazionale di formazione;
l’azione tre riguarda gli investimenti funzionali alla fornitura di servizi socio-sanitari a vantaggio delle fasce deboli della popolazione.
L’azione due mira  principalmente alla nascita di masserie didattiche.
L’azione tre, invece, le fattorie sociali.
Che cos’è una fattoria sociale?
Una fattoria sociale è un’impresa che svolge l’attività produttiva agricola in modo integrato con l’ offerta di servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi ed occupazionali a vantaggio di soggetti deboli. Per fattoria sociale deve intendersi principalmente la realizzazione di beni e servizi atti ad educare i bambini ed i giovani ad osservare e rispettare la natura per i processi biologici che la animano essenziali per le produzioni agricole. Inoltre, una fattoria sociale, deve realizzare attività terapeutico-riabilitativa e di socializzazione.
La fattoria sociale dovrà possedere un’ambiente coperto e attrezzato per l’accoglienza e l’intrattenimento dei fruitori, una o più aree di coltivazioni (serre,orto,frutteto,etc), ovvero allestite di allevamento di animali tipici della stessa azienda. Il tutto dovrà essere realizzato tenendo conto delle problematiche e delle esigenze degli ospiti (accessibilità, dimensioni, ecc). Tutte le attività svolte devono essere esercitate nel rispetto della normativa vigente in materia di igiene e sicurezza, pertanto dovranno essere predisposti tutti quegli investimenti che possono ridurre i rischi aziendali (contatto con fitofarmaci, concimi, pozzi, corsi d’acqua,etc) per rendere più agevoli e sicure le visite e le permanenze nell’azienda per lo svolgimento delle attività.
La fattoria sociale non potrà in alcun modo ospitare strutture e servizi sanitari di cui al Regolamento Regionale n.4/2007 e s.m.i.

Qual è l’obbiettivo e la finalità del citato bando?

La finalità del bando è quella di promuovere e incentivare interventi di diversificazione delle attività esercitate presso le imprese agricole, al fine di favorire la creazione di nuove fonti di reddito e occupazione, valorizzando il ruolo multifunzionale delle aziende, per contrastare la diminuzione di competitività del settore agricolo e il conseguente abbandono delle attività.
Tale finalità è perseguita attraverso i seguenti obiettivi operativi:
-         qualificare e accrescere l’offerta di attività didattiche ricreative;
-         qualificare e accrescere l’ offerta di attività socio-assistenziali.

Qual è la localizzazione degli interventi?

Gli interventi devono ricadere nei vari comuni:Apricena,Chieuti,Lesina, Poggio Imperiale, San Paolo di Civitate, San Severo,Serracapriola e Torremaggiore.
Nel caso in cui la superficie aziendale condotta ricada in Comuni diversi e non afferenti allo stesso Gal, la domanda di aiuto dovrà essere presentata al Gal nel quale ricade la maggior parte della superficie agricola totale (SAT) a prescindere dell’ ubicazione degli immobili oggetto di intervento. Nel caso in cui la superficie aziendale condotta (SAT) ricada prevalentemente in Comuni appartenenti ad un Gal,la domanda di aiuto dovrà essere presentata al Gal nel cui ambito territoriale sono ubicati gli immobili.

Chi sono i soggetti beneficiari?

I soggetti beneficiari delle azioni 2 e 3 della Misura 311 sono gli imprenditori agricoli in forma singola o associata.
I giovani agricoltori che hanno già presentato, nell’ ambito del Pacchetto Giovani, domanda ammessa a benefici a valere sulle predette azioni della Misura 311, non possono partecipare al presente bando.

Quali sono le spese ammissibili?

Azione 2: nel rispetto della Legge Regionale 26 Febbraio 2008,n.2 sarà possibile effettuare:
-         l’ ammodernamento, con opportuni interventi di adeguamento e ristrutturazione, dei locali preesistenti. Ivi compresi modesti ampliamenti;
-         l’ acquisto di attrezzature per la fornitura di servizi educativi e didattici, nonché l’ acquisto di arredi e di attrezzatura informatica.

Azione 3: a seconda della tipologia di percorso e dei target individuati per i destinatari finali si potrà fare riferimento alla Legge Regionale del 10 Luglio 2006 n.19 e al Reg.Regionale del 18/01/2007 n.4 e sarà possibile effettuare:
-         l’ammodernamento,con interventi di adeguamento e ristrutturazione,dei locali preesistenti ivi compresi modesti ampliamenti;
-         l’acquisto di attrezzature per la fornitura dei servizi socio sanitari, nonché l’ acquisto di arredi e di attrezzatura informatica.
I modesti ampliamenti sono limitati ai vani tecnici e a quelli adibiti a servizi. Preciso che:
l’acquisto dei beni deve essere sempre comprovato da fatture o da altri documenti aventi forza probante equivalente.

A quanto ammonta l’intervento dell’ aiuto?

- per l’ azione 2,pari a Euro 100.000,00;
- per l’ azione 3, pari a Euro150.000,00.

Per la Misura 311 e per l’implementazione delle relative domande:

Dott. Emiliano Niro

Mobile: 340.4160098

E-mail:Infoemilianoniro@libero.it.



 

lunedì 25 luglio 2011

Che permessi ci vogliono per aggiungere,in un negozio di frutta e verdura, un banco di genere alimentare per gli affettati?



Che permessi ci vogliono per aggiungere,in un negozio di frutta e verdura, un banco di genere alimentare per gli affettati?
Buona sera mi saprebbe dire che permessi ci vogliono per mettere, in un

negozio di frutta e verdura, un banco di genere alimentare per gli affettati e

altro?grazie. Cri


Gentile Signora,

Lei può ampliare la sua attività anche nel locale di cui mi parla, purchè rispetti i requisiti igienico-sanitari previsti dalle ASL.

I permessi che servono per poter essere in regola per l'ampliamento  di una attività di frutta e verdura con generi alimentari sono:

-         d.i.a. sanitaria ossia domanda o denunzia di inizio attività con relativa relazione   tecnico descrittiva. Il tutto da presentare all’ASL reparto sian;


-         aggiornamento del manuale haccp adeguato all’attività.

Per manuali haccp,d.i.a sanitaria e formazione haccp.

 Dott. Emiliano Niro Tecnologo Alimentare

Mobile: 340.4160098

Email: Infoemilianoniro@libero.it


 

venerdì 15 luglio 2011

Tecnologia di conservazione i rischi sanitari nel prodotto alici marinate...



Tecnologia di conservazione i rischi sanitari nel prodotto alici marinate...

Gentile Dott.Emiliano Niro,

sono uno studente della Facoltà di Agraria di Padova corso di laurea scienze tecnologie alimentari..ho visto il suo blog e ho deciso di scriverle una mail per alcune informazioni..Io ho iniziato a scrivere una tesi sulla specie engraulis encrasicolus:la tecnologia di conservazione i rischi sanitari nel prodotto alici marinate...volevo chiedere se può darmi delle informazioni a riguardo di listeria monocytogenes,anisakis e istamina nei filetti di alici marinate e se conosce dei libri di testo dove posso fare una ricerca per la stesura della tesi...


cordiali saluti           Davide

Gentile Signor Davide,
non ho esitato a risponderLE. La listeria monocytogenes di origine alimentare è una malattia che si manifesta raramente ma pur sempre pericolosa paragonabile alla salmonellosi. Tenga presente che la L.monocytogenes può svilipparsi alle temperature di refrigerazione ed è molto resistente agli agenti fisico- chimici e nell'ambiente, dove può permanere a lungo. Se non ricordo male tele patogeno colpisce soprattutto alcune categorie di persone:pazienti sottoposti a terapia immunosopressiva affetti o da AIDS o da malattie croniche come ad esempio la cirrosi.
L'anisakis è in grado di sopravvivere a trattamenti di affumicatura a freddo, a trattamenti di marinatura con basso tenore di sale ed alle temperature di refrigerazione. Viene ucciso con temperature superiori a 60°C per 10 minuti e dal congelamento (almeno 24 ore a – 20°C).Parlando infine di istamina Le dico che è una molecola batterica facile da formarsi quando il pesce non viene conservato o lavorato a temperature idonee. E' sempre importante mantenere la catena del freddo dal momento in cui il pesce viene pescato fino alla lavorazione finale. E’sufficiente un piccolo sbalzo di temperatura durante questo ciclo perché, una volta infettato, il pesce non possa più essere consumabile.Per una completa inattivazione è necessario un trattamento di 90 min. a 116 °C.

Legga il Reg. CE 852/2004  "igiene dei prodotti alimentari''.
I testi a mio avviso completi sulla tecnologia di conservazione sono HOEPLI e l'UTET di Claudio Longo.
Le auguro in bocca al lupo per la Sua tesi.

Saluti

 Dott. Emiliano Niro

venerdì 8 luglio 2011

Informazioni diritti reso per prodotti avariati



Informazioni diritti reso per prodotti avariati

Buongiorno Dott. Niro,
mi chiamo Maria. Volevo sapere quali sono i diritti dei consumatori in merito ad acquisti di prodotti alimentari avariati.
Nel caso specifico sabato scorso ho comprato presso un supermercato  3 confezioni di polpettine vegetali nel banco dei freschi con scadenza 4/7 dopo pochi giorni ho notato che solo una delle 3 confezioni si è gonfiata tantissimo (ho conservato tutte e tre le confezioni in frigo)...quindi eri ho riportato in negozio la confezione con lo scontrino e mi è stato detto che il punto vendita non risponde x i prodotti freschi perchè una volta che si interrompe la catena del fresco il punto vendita non è più responsabile.
Non mi sembra giusto che il punto vendita non sia obbligato a sostituire prodotti non scaduti, ma avariati al cliente....anche la commessa del negozio ha confermato che la confezione si era gonfiata in modo anomalo, ma la responsabile del negozio si è trattenuta scontrino e prodotto e non mi ha scontato la merce sulla nuova spesa.

Vorrei capire se davvero ogni
supermercato può decidere a suo piacimento quali regole applicare o se c'è una legge a tutela del consumatore.
grazie attendo vostra risposta
Maria.

Gentile signora Maria,
innanzitutto  non doveva consentire alla negoziante di trattenere prodotto e scontrino, perdendo così ogni possibile ulteriore rivalsa.
La legge di cui parla esiste: si tratta del
decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 (codice del consumo) il quale stabilisce chiaramente che (art. 130):

1.  Il  venditore è responsabile nei confronti del consumatore per qualsiasi  difetto di conformità esistente al momento della consegna del bene.
2.  In caso di difetto di conformità, il consumatore ha diritto al ripristino, senza spese,  della  conformità del  bene  mediante riparazione  o sostituzione, a norma dei commi 3, 4, 5 e 6, ovvero ad una  riduzione  adeguata del prezzo o alla risoluzione del contratto, conformemente ai commi 7, 8 e 9.
Nel caso specifico, pur non essendo più in possesso del prodotto difettoso, può, comunque, segnalare l'accaduto alla ASL, ai Carabinieri o, meglio in questo caso, ad una Associazione di Consumatori, illustrando l'accaduto (precisando, oltre all'indirizzo del venditore, le caratteristiche del prodotto acquistato, con particolare riferimento al numero di lotto). Visto il tipo di difetto, potrebbe, ad esempio, darsi il caso che a carico di quel punto vendita e/o di quel prodotto  vi siano già state altre segnalazioni.
In aggiunta a quanto detto, è altresì importante che informi il fabbricante del prodotto, comunicandogli sia l'inconveniente che il comportamento del negoziante, che le azioni di denuncia eventualmente effettuate.
Saluti.                                                                                                                                                    

Dott. Emiliano Niro

lunedì 4 luglio 2011

Ossidazione dei pigmenti nei vini

Ossidazione dei pigmenti nei vini

 

 

 

 

 

 

 

Salve dottore,

Ho una cantina a Lucera e un enologo mi ha fatto incuriosire indicandomi  come responsabile della mutazione dei colori nei vini bianchi l'ossidazione della clorofilla.Ho chiesto spiegazioni a questo bravo enologo che mi segue la cantina ma, non è stato molto chiaro. Mi sono cimentata un po’ nella lettura per capire bene cos’è la clorofilla. Ma c’ è nei vini’ Perché ci sono cosi’ ampie gamme di colori nei vini in commercio? Perché cambia colore nel corso del tempo?
Gentile signora,
la clorofilla c'è,  ma solo nella prima fase di maturazione delle uve, quando, poi, lascia il posto alle sostanze polifenoliche responsabili della colorazione delle bucce: in realtà i pigmenti sono i leucoantociani, le catechine ed gli antociani (per i vini rossi).Rispondendo alla Sua del perché ci sono ampie gamme di colori nei vini in commercio Le dico che la colorazione dei vini è influenzata da tanti fattori, ma ne indico  solo alcuni:
  • la concentrazione dei polifenoli
  • l'acidità del vino
  • l'età
  • tecniche di vinificazione (temperatura, fermentazione...)
I motivi per cui un vino è più trasparente o ha un colore più carico sono davvero tanti!

 Perchè un vino cambia di colore nel corso del tempo?

Le sostanze polifenoliche con l'invecchiamento e con l'ossidazione formano dei grossi complessi chiamati polimeri che precipitano (il deposito che si forma sul fondo di una bottiglia) e questo fenomeno si accompagna anche ad una variazione del colore nel vino (rosso mattone o giallo aranciato).
Mi contattatti pure se dovesse avere bisogno di una consulenza in azienda.
Cordiali saluti
Dott. Emiliano Niro  Tecnologo Alimentare
Mobile: 3404160098

martedì 28 giugno 2011

Con l'olio di oliva fino al 73% in meno di rischio infarto.


Con l'olio di oliva fino al 73% in meno di rischio infarto.

E' stato recentemente dimostrato che consumare più olio di oliva può ridurre fino al 73% il rischio di sviluppare l’infarto nelle persone anziane. Questa percentuale è stata raggiunta comparando tra loro soggetti ultrasessantacinquenni che non facessero uso di olio d’oliva ad altri che invece ne consumano regolarmente.
Ma, anche tra i consumatori d’olio di oliva in quantità modica, il rischio è ridotto di oltre il 40%. A livello ematico è stata rintracciata una più alta presenza di acido oleico, il grasso monoinsaturo che costituisce larga parte dell’olio di oliva. La ricerca suggerisce quindi che, per prevenire l’infarto, andrebbero stilate nuove raccomandazioni dietetiche per gli over 65.
Non è la prima volta che un consumo elevato di olio di oliva viene considerato positivamente. Nonostante buona parte delle Linee guida per una sana alimentazione emanate dalle autorità sanitarie dei vari dell’Unione Europea limitino il consumo di grassi ad un massimo di 25-30% delle calorie introdotte su base giornaliera, una recente ricerca condotta dal dottor Valerio Nobili e pubblicata sulla rivista Lipids consigliava addirittura di usare l’olio di oliva come integratore, facendone un uso supplementare rispetto ai quantitativi normalmente ingeriti nell’ambito di una ordinaria dieta. E questo per guarire dalla sindrome metabolica, tipica delle persone obese! Un aspetto solo apparentemente contradditorio: più grassi (ma sani) per essere meno obesi.
Un’altra pubblicazione apparsa quest’anno sull’European Journal of Clinical Nutrition evidenzia come un consumo in dose “extra-large” di olio di oliva avrebbe marcati effetti anti-aterosclerotici, contribuendo a preservare lo stato di salute delle arterie, la loro elasticità e capacità di autoriparazione. Ovviamente il segreto sta nel sostituire grassi saturi con grassi monoinsaturi, più che semplicemente nell’aggiungere gli uni agli altri. Il tutto sempre con moderazione.

mercoledì 22 giugno 2011

Escherichia coli




Da diversi giorni in tv si sente parlare di Escherichia coli sugli hamburger e cetrioli.

Sono miliardi le forme di vita che abitano i nostri corpi, dalla salmonella all’Escherichia coli, il batterio che sta causando alcune morti tra Germania, Danimarca, Regno Unito, Svezia e Olanda dovuta al consumo di cetrioli (forse bio) provenienti dalla Spagna. Ma che cos’è l’E.coli? Incontriamolo, cetrioli permettendo.
La matrice alimentare dell’E.coli, cioè gli alimenti che trasmettono il batterio, sono le verdure crude, il latte crudo o mal pastorizzato, l’acqua contaminata, le carni crude o poco cotte. I bovini lo trasmettono al latte e alla carne, mentre la dispersione delle feci o l’acqua di irrigazione delle verdure fa il resto. Con tempi di incubazione di 6-48 ore, il batterio è responsabile di sintomi come diarrea, dolori addominali simili a quelli dell’appendicite, a volte vomito.
Tutto qui?
Molte infezioni alimentari si potrebbero facilmente prevenire con una maggiore igiene e soprattutto con la conoscenza dei cibi a rischio. Il fatto che tutto spesso si riduca a qualche giorno di forte diarrea, non deve far passare in secondo piano che l'esito della tossinfezione può essere mortale in una certa percentuale di casi. L’ Escherichia coli è un agente tossinfettivo di provenienza alimentare.
L'Escherichia coli è un genere di batterio gramnegativo (cioè negativo alla colorazione di Gram) a forma di bastoncello diritto. 
Poiché la sua temperatura ottimale di sopravvivenza è di 37 °C, vive facilmente nell'intestino dell'uomo e degli animali; è poco resistente a disinfettanti chimici e/o fisici e viene distrutta con la pastorizzazione. 
Alcune forme sono patogene; fra di esse le cinque principali sono l'Escherichia coli enterotossinogena (ETEC), enteropatogena (EPEC),enteroinvasiva (EIEC), enteroaderente (EAEC) e quella produttrice diverocitotossina (VTEC, che comprende anche i ceppi enteroemorragici, EHEC).
 
L'ultimo gruppo è quello che negli ultimi anni ha assunto maggiore importanza come causa di colite emorragica e di sindrome emolitico-uremica (la prima rilevazione è del 1982 in circa 50 soggetti che avevano mangiato hamburger contaminati). 
L'infezione da E. coli VTEC è trasmessa dagli alimenti per via oro-fecale; particolare attenzione va posta nell'uso di carne di manzo cruda o poco cotta. Infatti il maggior serbatoio del batterio è il bestiame, la cui carne è contaminata dal contenuto intestinale durante la macellazione o la preparazione della carne. L'hamburger è particolarmente a rischio perché il batterio, penetrato in profondità a causa della carne macinata, resiste alla debole temperatura di cottura.
Altri alimenti a rischio sono il latte non pastorizzato e gli ortaggi
irrigati con acqua contaminata dagli escrementi del bestiame. 
I sintomi - Il quadro può essere molto grave con diarrea emorragica, dolori addominali intensi, nausea e vomito; la febbre in genere è assente. I sintomi si presentano dopo 3-4 giorni dal consumo dell'alimento contaminato e durano per circa una settimana. Purtroppo in circa il 6% dei casi la patologia si  complica evolvendo nella sindrome emolitico-uremica, dovuta al passaggio in circolo della tossina. Poiché la mortalità della sindrome emolitico-uremica è del 3-5%, si può concludere che la mortalità da infezione da Escherichia coli è di circa il 2-3 per mille.
Le cure - Poiché gli antibiotici sembrano addirittura peggiorare la situazione, le cure sono sintomatiche (reidratazione) e volte a curare o prevenire le complicanze.
In Italia non sono segnalati casi dunque non c’è ragione di allarmarsi.


domenica 12 giugno 2011

Che cosa vuol dire qualità di un prodotto alimentare?




Che cosa vuol dire qualità di un prodotto alimentare?

Si parla spesso di qualità facendo sempre più attenzione a tale concetto. Un tempo i produttori erano

più concentrati a produrre la quantità facendo poca attenzione alla qualità.

La qualità può essere definita prendendo in considerazione parametri chimici, fisici, microbiologici,

tecnologici, realogici e sensoriali.

Il concetto di qualità col passare degli anni ha subito una profonda evoluzione. Il consumatore

richiede per un prodotto, oltre la dimensione, forma, pezzatura, colore, ecc, anche altri parametri

 quali: la salubrità, i requisiti nutrizionali, il gusto, l’ aroma, ecc.

Quali sono i principali aspetti della Qualità di un Prodotto Alimentare?

Abbiamo diverse tipologie di qualità:

qualità merceologica che riguarda l’aspetto esteriore, il confezionamento e le caratteristiche commerciali del prodotto.

Qualità nutrizionale che riguarda gli ingredienti contenuti negli alimenti;

qualità di origine (tipicità) che rappresenta la zona di origine tipica (DOP,IGT,AS);

qualità organolettica che è individuata come uno degli aspetti gustativi tipici;

qualità igienico-sanitaria;

qualità ambientale che deve rappresentare le certificazioni di metodi di produzione ecocombatibili

con imballaggi riciclabili o biodegradabili.

Dal 1963 è in vigore il codice alimentare internazionale “Il CODEX ALIMENTARIUS” per

garantire la sicurezza alimentare a livello mondiale. Tale codice stabilisce anche alcuni standard
globali per i residui di pesticidi e farmaci veterinari, per gli addittivi, per le importazioni alimentari

e per i metodi di campionamento alimentare. Negli ultimi anni sono stati studiati una serie di

indicatori chimici. Tali indicatori, grazie alle loro caratteristiche produttive ed al loro significato

 biologico,biochimico e chimico ottimizzano la qualità iniziale degli alimenti. Inoltre, ad esempio,

se parliamo di frutta, posso affermare che l’ uso di determinate forme di allevamento, ovvero di

tecniche di potatura, diradamento, ecc.,possono conferire ai frutti una particolare sapidità. Per quel

che riguarda i prodotti trasformati, gli stumenti utilizzati, l’abilità e l’esperienza dell’operatore, i

tempi, le modalità operative, ecc., possono creare un prodotto unico.

Quali sono i principali strumenti normativi utilizzati per assicurare la sicurezza alimentare e la

valorizzazione dei prodotti tipici?

I principali strumenti normativi utilizzati per assicurare la sicurezza alimentare e la valorizzazione

dei prodotti tipici sono:

- denominazione d’Origine Protetta (D.O.P.);

- indicazione Geografica Protetta (I.G.P.);

- attestazione di specificità (A.S.) o specialità;

- tradizionale garantita (S.G.T.).

In base al Reg. CEE 2081/92 si definisce Denominazione d’Origine Protetta (D.O.P.) il “nome di

una regione o determinato luogo o in casi eccezionali di un paese”che producono prodotti agricoli o

alimentari con l’escusione dei prodotti liquorosi. Affinchè un prodotto si possa fregiare del marchio

DOP, è necessario, tra l’altro, che venga ottenuto attendendosi ad un severo disciplinare di

produzione e che sia sottoposto ai previsti controlli da parte di organismi di certificazione

autorizzati.

Facendo riferimento sempre allo stesso regolamento sopra citato (Reg. CEE 2081/92), si definisce

come Indicazione Geografica Protetta (IGP) come un marchio collettivo che si differenzia dalla

DOP in quanto è necessario che una sola fase del processo produttivo avvenga in una determinata

area geografica.
Il Reg. CEE 2082/92, recita letteralmente che l’attestazione specificità è: “l’elemento o l’insieme di

elementi che distinguono nettamente un prodotto agricolo o alimentare da altri prodotti o alimenti

analoghi appartenenti alla stessa categoria”.

Le caratteristiche di un prodotto che giustificano il rilascio di un’ attestazione di specificità, non

risultano correlate al territorio e pertanto qualsiasi produttore di tutta l’area europea,rispettando le

prescrizioni, può utilizzare l’ attestazione stessa.

Attualmente è stata registrata come A.S. o S.G.T. la Mozzarella.  E’ importante, a mio avviso, che il

 consumatore deve abituarsi a distinguere tra il prodotto DOP “Mozzarella di Bufala Campana” ed

il prodotto che si avvale della A.S. o S.T.G. e che potrà essere ottenuto nella stessa Campania come

in Lombardia, come in Francia o in Germania, ecc.